ADAMO E UNA TESTA DA MELA
PRESENTAZIONE
Adamo ed Eva si raccontano.
Riscrivere il racconto più famoso del mondo, per di più in un periodo in cui la pratica della riscrittura biblica era di fatto esclusa, è operazione che solo uno scrittore come Mark Twain, così “ossessionato dalla figura di Adamo, dall’ingiustizia del trattamento di Dio nei suoi confronti e dalla difettosa logica della dottrina della Caduta”, poteva concepire.
La riscrittura di Twain va a colmare quegli “spazi bianchi” che il narratore biblico ha lasciato nel testo e che suscitano svariati in terrogativi: come vivevano Adamo ed Eva nell’Eden? Quali erano i loro reciproci sentimenti? Qual’era la loro visione del mondo? Ma sopratutto qual’è il significato della caduta? Considerando che il diario è la forma di scrittura più legata all’intimità, Twain immagina che Adamo ed Eva si raccontino i propri racconti, in un suggestivo gioco di punti di vista, parlando di sé e dell’altro/a con l’ingenua spontaneità tipica della scrittura diaristica.
Nel suo diario (pp. 21-35), Adamo si dimostra
piuttosto scontroso e misogino, fin dall’esordio: “Questa nuova creatura dai capelli lunghi è oltremodo d’intralcio. Mi sta sempre intorno e mi segue ovunque vada. La cosa non mi piace affatto; non sono abituato a stare in compagnia”. Si lamenta sempre poi del fatto che la nuova creatura parli in continuazione e che abbia deciso di “dare un nome a tutto, senza sosta”.
Eva fa amicizia con un serpente e gli altri animali ne sono felici perché li sottoponeva a continui esperimenti, tormentandoli senza posa.
Dopo la cacciata dall’Eden, la nascita di Caino e Abele, Adamo, in un impeto di tenerezza coniugale, riconosce “che inizialmente mi ero sbagliato sul conto di Eva; meglio vivere fuori dal Giardino con lei che dentro senza di lei…”
Dal canto suo (Diario pp. 36-57), Eva esordisce con l’espressione stupita di chi si affaccia alla vita affamata di contemplare le cose belle della creazione, in particolare la Luna e le Stelle, fino alla scoperta dell’uomo. Eva riesce a conquistare il cuore di Adamo, riconoscendo che “la vita senza di lui non sarebbe vita…”
- Ciò che a Twain risulta inaccettabile di Genesi 3 è però il fatto che Dio ha preteso dai progenitori qualcosa per i quali non li aveva attrezzati: l’idea della morte e della morale. Questo racconto, secondo Twain, “deve essere stato inventato nel vivaio di un pirata, tanto è malvagio e infantile. Ad Adamo è vietato il frutto di un certo albero e lui stesso viene solennemente informato che, se disobbedisce, morirà. Come si può pretendere questo da Adamo? In fatto di conoscenza e di esperienza egli non era in alcun modo superiore a un bambino di due anni; poteva non avere idea di ciò che significava la parola morte, non aveva mai sentito parlare di una cosa morta.” La stessa Eva si chiede: “Non sapevamo distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato… Come avremmo potuto? Non era possibile, senza il Senso della Morale… Beh, allora sì che sarebbe stato giusto” (Diario p.95)
Citato in H.G. BAETZHOLD – J.B. MCCULLOUGH, The Bible According to Mark Twain cit., p. 319
Associazione Culturale “Le 3 Mele d’Oro”
L’alba ha una sua grandezza che si compone di un residuo di sogno e di un principio di pensiero.

AUTORI, ARTISTI, MADRINA nella presentazione del CD: LE “SCARPE DI MELA” in ordine: manager Viviani – ELISABETTA VIVIANI – maestro e regista SERGEY NEDELKO – MELA CLOWN – maestro e compositore musiche LUCA FALCO – autore canzoni FRANCO TUPPINI – autore canzoni GIANFRANCO ROSSI

ELISABETTA VIVIANI cantante – MARIA GRAZIA FERRARI presidente Associazione Nazionale Alzheimer Verona – Presentazione CD: LE SCARPE DI MELA al Teatro Filippini VR